martedì 16 agosto 2011

Un Atelier che va oltre le mura...e rimane fra le corde di chi ama


 
E’ chiaro come il Progetto Atelier, rassegna dedicata all’arte modellata all’interno del laboratorio creativo dell’Albornoz Palace Hotel di Spoleto, in quest’ultima edizione abbia elargito al suo pubblico appassionato e curioso una copiosa gamma di emozioni ed eventi.  Stupore e lacrime hanno salutato  l’ultimo appuntamento di Domenica 14 agosto: l’adattamento del romanzo “Sonata a Kreutzer” di Tolstoj (celebrando cosi’ i cent'anni dalla morte) con l'interpretazione sobria ed energica dell’attore/doppiatore Pietro Biondi. Il testo  gira intorno ad una natura manipolatrice dei sentimenti dell’uomo, incantato ma illuso ogni volta, per tramandarsi e immortalarsi nel tempo. Sempre Pietro Biondi e l’amore come tema portante nello show-rivelazione di quest’anno: al Caio Melisso S.C.R.U.N.C.H., onomatopea del morso ad un mela, con la lettura dei versi drammatici e sinceri di Alda Merini ha liberato sul palco le due coreografe e ballerine Sara Libori e Arianna D.A.Marocco, che con grazia e forza si sono mosse in un ambiente surreale di matrice Renè Magritte.  Lo spettacolo, in entrambe le messe in scena ha segnato il tutto esaurito: una platea che si è lasciata commuovere dalle movenze sinuose delle due autrici/danzatrici. Domenica 7 Agosto, Il Bolero del drago rosso ha appassionato e reso complice il pubblico grazie alle performance originali ed insolite di Caterina Genta: un personaggio camaleonte, il suo,  che ha interagito con le videoproiezioni di Marco Schiavoni, il quale ha suonato dal vivo strumenti come l’arpa cinese, bottiglie e la chitarra elettrica. Il lavoro di Ariella Vidach è stato caratterizzato da una sperimentazione nell’ambito della human-computer-interface; performance che ha trovato il suo ritmo in un contrappunto di scena digitale, dove lo spazio si modificava continuamente. Non dimentichiamo le performance di Vera Stasi (Figure sonore, Tuscania) e Cie Blicke (Strasburgo) svoltesi, fra le altre,  all'Albornoz: il primo incentrato sul ritmo, ha fatto presa ipnotica sui presenti, mentre il secondo ironico e raffinato, li ha fatti divertire come poche volte.

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